Appena uscito dalla Banca,memore delle mie esperienze maturate nell’It e forse anche con un pò di nostalgia per il lavoro svolto, ebbi a curare per il Denaro una rubrica per la quale ho scritto circa 130 pezzi intesi a stimolare il confronto sulla informatizzazione della Pubblica amministrazione. Partivo dalla mia esperienza nel corso della quale avevo anche in sede CIPA ( Comitato interbancario per l’automazione ) da un osservatorio privilegiato monitorato lo sviluppo dei progetti in sede nazionale ed internazionale, assecondato nella azienda tutte le applicazioni di natura gestionale, amministrativa , di governance e quant’altro e verificato in maniera concreta i cambiamenti, i vantaggi e le possibilità concrete offerte dalla nuove tecnologie e dalle necessità imposte dai tempi per rendere la banca ed il sistema competitivo. La storia dell’informatica nella Pa è ben nota. Ci sono esempi preclari sui quali sarebbe opportuno ritornare per indagare sulle responsabilità politiche di molti e sulla attenzione prestata su un tema che è a mio avviso centrale per un sano rilancio della società , della buona amministrazione e che ci vede decisamente indietro nella gara europea per non dire in quella mondiale. Due esempi per tutti gridano vendetta: la carta di identità elettronica che fu oggetto del mio primo articolo ( nel 2003 ) con i 3omilioni di pezzi pianificati e con il progetto dell’anagrafe centralizzata per costruire l’applicazione PIVOT del sistema e il famoso CAD ( Codice dell’amministraizione digitale ). Un lusso ed un chimera che fanno felici quanti di queste cose in italia non vogliono proprio saperne e sono in tanti. Per amore e carità di patria mi astengo dal citare le categorie professionali che hanno eretto barriere , fatto resistenze di retroguardia non dichiarate e che lasciano il paese nell’arretratezza che è arretratezza nel rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione : pa allargata che comprende miriade di Enti, Giustizia, Sanità etc etc. L’occasione di questa mia nota nasce dal Convegno recente dello Studio di Consulenza Ambrosetti che ha pubblicato un documento di 91 pagine alla cui lettura mi sono dedicato, rileggendo considerazioni che all’epoca facevano parte del mio patrimonio e dei miei desideri di cittadino e di manager d’azienda formatosi nell’It e nei settori collaterali. Ne segnalo la lettura che può essere fatta scaricando i due testi, quello di sintesi ed il rapporto finale , non senza sollecitare la nostra associazione ad aprire un fronte sul tema che è ad avviso di tutti il tema centrale della nostra società a cui è stata riservato uno spazio limitato.
Il tema è stato considerato sempre un’ opportunità della Pa e mai la vera opportunità dei cittadini, quella su cui dover e poter contare per contare su un patrimonio di diritti allineato con i tempi che sono tempi non solo di Innovazione, di Informazione allargata ma anche di nuovi servizi dai quali pretendere il rispetto della nuova cittadinanza digitale.