Con le recenti disposizioni inerenti la chiusura di attività produttive, uffici, università e scuole, la Formazione a Distanza – nota anche come online learning, digital learning o e-learning – è divenuto ormai un metodo comune per seguire corsi e rafforzare le competenze a ogni livello: le aziende la usano per il training dei dipendenti, i professionisti per aggiornarsi, gli studenti di tutte le età per approfondire le discipline scolastiche, conseguire master o imparare le lingue.
Risulta evidente che l’attività di formazione in e-learning contribuisce certamente a creare una conoscenza condivisa su temi specifici che interessano diverse competenze e rappresenta, quindi, un volano valido per il conseguimento di concreti obiettivi di innovazione sul piano organizzativo e sul piano tecnologico. Secondo uno studio di Technavio Research (“Global Distance Learning Market by type and geography”) il mercato crescerà del 9% annuo nel periodo 2019-2023, aggiungendo un valore di 90 miliardi di dollari per vendor tecnologici e fornitori di corsi grazie alle attività di apprendimento in rete e formazione a distanza di università e organizzazioni pubbliche e private.
In quest’ottica, il monitoraggio dei risultati delle piattaforme di e-learnig è divenuto un elemento indispensabile da cui partire per esaltare il concetto di student-centred learning, ovvero l’idea che con l’e-learning la formazione sia incentrata sul discente, con l’obiettivo di trasformarlo da semplice “fruitore” ad artefice (almeno in parte) del percorso di apprendimento; focalizzando l’attenzione su di esso.
Un’ottica di questo tipo intende aiutare i discenti a gestire i corsi in base alle proprie esigenze migliorando la qualità della formazione, nel rispetto dei diversi tempi di apprendimento. Tuttavia, in questi ultimi anni numerosi studi hanno evidenziato come la raccolta di dati e informazioni riguardanti la ricaduta e i benefici che tali attività hanno avuto su chi le ha frequentate non corrisponda alla consistente espansione dei corsi di e-learning, avvenuta anche attraverso la diffusione di piattaforme MOOC (Massive Open Online Courses).
Per ovviare a tale mancanza, attraverso il progetto “ASTRE – Automatic System for Tracking E-Learners”, finanziato dalla Commissione Europea sul capitolo dedicato all’internazionalizzazione delle competenze ERASMUS PLUS KA2: Cooperation for innovation and the exchange of good practices – Strategic Partnerships for adult education, ci si propone di realizzare un sistema di monitoraggio degli stessi, con l’obiettivo di ampliarne il pubblico e aumentare la loro rilevanza e qualità.
I partners del progetto sono l’Università Politecnica di Valencia – Spagna, la University of Aegean Panepistimio Aigaiou – Grecia, l’European Association of Erasmus Coordinators – Cipro, l’Aintek Symvouloi Epicheiriseon Efarmoges Ypsilis Technologias Ekpaidefsi Anonymi Etaireia – Grecia, la Friedrich-Alexander-Universitaet Erlangen Nuernberg – Germania e l’Università Telematica Pegaso – Italia che si avvarrà della collaborazione dell’Associazione “NOI-Napoli Open Innovation”.
Per l’Italia il referente scientifico del progetto è il Prof. Costantino Formica – docente di Economia degli Intermediari finanziari, Presidente del Presidio di Qualità, Delegato del Rettore per il Job Placement & Career, Presidente dell’Associazione NOI – affiancato dal Prof. Eugenio D’Angelo, docente di Economia e Gestione delle Imprese e dal dott. Rino Prota, esperto di formazione, in rappresentanza dell’Associazione NOI.